Arcigay / "Diritti alla Felicità", domenica a Napoli il 16° Congresso Nazionale.
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- 12 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Al 16° Congresso prenderanno parte delegazioni elette durante i congressi territoriali provenienti dalle province in cui sono presenti i 55 circoli Arcigay italiani. 140 i delegati.La giornata inaugurale, domani. I lavori si apriranno alle 14 con gli accreditamenti nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Poi dalle 15 gli interventi, del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, Chiara Marciano, assessore alle Pari Opportunità della Regione Campania delegata dal governatore Vincenzo De Luca. Durante il pomeriggio si alterneranno numerose rappresentanti di associazioni, istituzioni, partiti, sindacati, italiani e stranieri.
Sabato e domenica, il dibattito. Unica mozione “Diritti alla felicità”, che esprime le candidature di Flavio Romani presidente e Gabriele Piazzoni segretario nazionale. L'assemblea accoglierà il saluto di Gil Hovav, giornalista gay israeliano. Presenti anche l'autore e regista Ivan Cotroneo, lo scrittore Roberto Saviano (in video) e il costituzionalista Massimo Villone.
Per la cronaca, ricordiamo che l’Arcigay di Napoli ad inizio novembre ha preso posizione contro l’annullamento da parte del Prefetto di Napoli dell’atto di nascita del piccolo Rubens. “Il Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, dopo aver intimato nei giorno scorsi al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris di modificare o di ritirare la trascrizione dell’atto di nascita del piccolo Ruben (figlio di due mamme italiane, residenti e sposate a Barcellona), è passata ai fatti: allo scadere dei termini ha proceduto d’ufficio. Così nel comunicato stampa del 5 novembre scorso. “Mentre il Sindaco annuncia il ricorso al Tar, il presidente di Arcigay Napoli Antonello Sannino comunica che, dopo le proteste dei giorni scorsi, ha formalmente richiesto (tramite mail pec) un incontro al Prefetto e allo stesso Sindaco.”
“Siamo pronti anche a proteste clamorose - spiega Sannino - vorremmo poter vedere annullati i nostri certificati di nascita: piuttosto che una cittadinanza di serie b, preferiamo non averla proprio da uno stato che non ci riconosce uguali a tutti gli altri cittadini”.
Nato il 3 agosto scorso, il piccolo Ruben è stato apolide fino al 30 settembre quando il suo atto di nascita è stato registrato, con due mamme e due cognomi, presso l’ufficio Anagrafe del Comune di Napoli, su richiesta del Consolato Generale di Barcellona, dove vige lo ius sanguinis che prevede che il figlio di cittadini italiani debba essere riconosciuto dallo Stato italiano. Ora il piccolo resta cittadino italiano ma, almeno sulla carta, con una sola madre e un solo cognome.”
Sicuramente la posizione del sodalizio nazionale rispetto alla vicenda di Rubens emergerà a chiare lettere anche dalle cronache del 16 congresso dell’Arcigay a Napoli.
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