Teatro / All'Ariston la pièce di Patti e Restivo: dal vivo "Tony Pagoda" dell' osc
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- 23 nov 2015
- Tempo di lettura: 3 min

"Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo. Il talento dell'ironia è una freccia supplementare che non sempre potete avere al vostro arco. In questo caso ci vuole tanto ritmo. Un battito che, perlopiù, viene fornito dagli aggettivi. Spiazzanti e convincenti, iperbolici e precisi. Se sono rari e poco usati nella lingua è ancora meglio e fate più bella figura. Le donne non si seducono né con i complimenti, né con i fiori, né con gli sguardi a pesce lesso. Queste sono puttanate da cofanetto Sperlari. Tutti ne parlano, tutti le vogliono, ma nessuno se le compra queste caramelle Sperlari.Gli aggettivi seducono, i sostantivi annoiano." Così in una scena del dramma in tre quadri di Raffaele Patti e Luciano Restivo.
Ad esibirsi, la prima domenica di dicembre, gli attori Cornelio Piscitelli, Marcello Bruno, Antonio De Filippo, Cecilia Scatola e Raffaele Patti, per la regia di Luciano Restivo. Le musiche saranno curate dal maestro Massimiliano Ferraro.
“Tra me e il mondo c’è una patina di equivoci” questo il titolo del dramma in tre quadri di Raffaele Patti e Luciano Restivo, che si terrà domenica 6 Dicembre alle ore 18,30 presso il teatro Ariston di Marcianise. Presentato dall’Associazione “Urban” e “Teatro Nuovo” è liberamente tratto dal libro “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino regista napoletano e premio Oscar. Tony Pisapia ne è il protagonista principale. Il libro, pubblicato dalla Feltrinelli (2010), riapre il discorso del film “L’uomo in più” (2001), ampliando il personaggio di Tony Pisapia che fu interpretato da Toni Servillo.

“Tony Pagoda – nel libro di Sorrentino - è un cantante "di night" con tanto passato alle spalle ("Se a Sinatra la voce l'ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata san Gennaro"). La sua è stata la scena di un'Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. È stato tutto molto facile. Il talento. I soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell'esistenza che ha coinciso con la formazione di una formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene il tempo di cambiare. Nel racconto, il regista napoletano ridisegna l’iperbole della vita del cantante melodico non solo calibrandone il nome, ma arricchendo il carattere di particolari e minuzie, caricando il linguaggio in maniera smodata, passionale e suburbana; un moderno equilibrista del pensiero, in bilico tra successo ed oblio, vizi e virtù.
La pièce teatrale “Tra me e il mondo c’è una patina di equivoci”, di Patti e Restivo che riescono ad adattare in modo magistrale il testo al teatro, racconta l’inferno e il purgatorio di un uomo bandito per sempre dal paradiso. La passione estrema e la noia incondizionata sono vissute attraverso lo squallore di uno spaccato italiano che ritorna come un feroce giaguaro. Quando la vita diventa scenicamente stretta, chi è pronto a giocare con gli spazi dilata le forme geometriche degli ambienti e ridisegna nuovi contorni per chi ne calpesta i punti. I racconti del cantante confidenziale Tony Pagoda non cercano disamine o giudizi; servono solo a rendere giustizia alla sua insaziabile sete scenica e alla sua miserabile esistenza.
(nella foto 1: Luciano Restivo e Raffaele Patti in una scena del dramma)
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