Dal congedo ai papà alla licenza alle coppie gay. Ecco il nuovo welfare che nasce in azienda
- ernesto genoni
- 28 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Mark Zuckerberg, il signor Facebook, dopo aver scelto di fermarsi due mesi per la nascita del primo figlio ha pensato che i suoi dipendenti dovessero fare lo stesso. Così ha esteso a quattro mesi il congedo parentale retribuito per tutti i nuovi genitori, «a prescindere - ha spiegato - dal sesso o dalla località in cui risiedono. La novità riguarda in primo luogo i neopapà e le coppie omosessuali al di fuori degli Stati Uniti, e non modificherà il congedo di maternità». Spotify, colosso svedese della musica sul web, s’è spinto più in là: la pausa dal lavoro è di sei mesi. Mentre la multinazionale degli imballaggi Tetra Pak ha cancellato il cartellino da timbrare anche per gli operai, e offre servizi di asilo nido, lavanderia, palestra.
COMMENTO - L’innovazione non chiede permesso (di Massimo Russo)
I NUMERI ITALIANI
Il secondo welfare, contrattato tramite i sindacati, o direttamente con l’azienda, inizia a funzionare anche in Italia: spiega un rapporto presentato ieri a Torino e curato dal Centro Einaudi che il «welfare negoziale» coinvolge ormai il 21,7% delle imprese. E la percentuale sale 31,3% se si considera anche la negoziazione individuale. Lo Stato, ingessato dal maxi-debito e dai vincoli di bilancio, non riesce più a intercettare e a coprire tutti i bisogni, e si fa largo un modello nuovo. «Da parte dei lavoratori c’è una richiesta crescente di flessibilità e di servizi personalizzati», dice Maurizio Ferrera, docente all’Università di Milano e curatore del volume assieme a Franca Maino. E poi c’è un problema di velocità: il settore pubblico s’aggiorna troppo lentamente per stare al passo con le richieste, soprattutto quelle sociali e culturali. «Se il governo non riconosce i matrimoni gay, ecco che ci pensano le società private», spiega. ...continua a gellere >>>
Comments