Fincantieri / Scongiurare la cassa integrazione per 160 lavoratori su 570.
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- 15 gen 2016
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Castellammare - Ancora in tempesta la Fincantieri, l'azienda erede della grande tradizione italiana in campo navale. Uno dei gruppi cantieristici più grandi al mondo, attivo con Castellammare nella progettazione e costruzione di mezzi navali a elevata complessità e alto valore aggiunto, dalle navi mercantili a quelle militari, dall’offshore ai mega yacht.
E Cgil Cisl e Uil scrivono, già l'estate scorsa al Governatore De Luca scongiurandolo di intervenire tempestivamente sulla delicatissima situazione del sito di Castellammare di Stabia. E in vista dell’incontro già programmato presso il Ministero dello Sviluppo sulla vertenza Fincantieri, la Regione Campania ribadisce l’importanza di aver spostato sul tavolo del governo nazionale la discussione per la salvaguardia dei posti di lavoro e i piani di investimento. De Luca sostiene il "Piano di investimenti e rilancio della cantieristica”.
“Ci opporremo - ha dichiarato il presidente De Luca - alla proposta di partenza di cassa integrazione per un anno per circa 160 lavoratori, che consideriamo soluzione insostenibile. Ci batteremo per un confronto con l’azienda sui piani di investimento, per i quali ribadiamo la disponibilità a intervenire, con fondi regionali, sul fronte della ricerca e dell’innovazione per il rilancio del settore della cantieristica”.
C'è bisogno di incoraggiamento e sostegno per un piano di rilancio veramente corroborante. I vertici dell’azienda navale una tra le maggiori d'Italia, incoraggiano per commesse interessanti come quella giunta a fine anno scorso con l’arrivo a Castellammare di un troncone di una nave in lavorazione allo stabilimento veneto di Marghera. Un altro anno di lavoro, scongiurando così il ritorno alla cassa integrazione per gli operai Fincantieri. Senza dimenticare che, in ballo, ci sarebbero anche dei lavori per la Marina Militare.
Questo il comunicato inviato l'estate scorsa al Presidente De Luca
dalle Segreterie di CGIL CISL UIL e di FIOM FIM UILM
“Sollecitare il Governo nazionale a richiamare la Fincantieri alle proprie responsabilità, affinché garantisca al sito di Castellammare di Stabia (Napoli) la continuità produttiva attraverso immediate commesse”.
E’ l’accorato appello che le Segreterie Regionali CGIL, CISL e UIL, assieme alle categorie FIM, FIOM e UILM dei metalmeccanici, rivolgono in una lettera congiunta al neo Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, perché intervenga tempestivamente sulla delicatissima situazione relativa al futuro produttivo dello stabilimento stabiese.
Entro la fine di agosto, infatti, per carenza di carichi di lavoro, saranno fermati diversi reparti di produzione. “Ciò sta determinando – si legge nella missiva indirizzata al Governatore De Luca – il crescendo di tensioni sociali tra i lavoratori, le rappresentanze sindacali aziendali e la stessa cittadinanza.”
I sindacati sottolineano, in particolare, che Fincantieri ha disatteso i contenuti del verbale di accordo del 31 gennaio 2013 sottoscritto presso l’Unione Industriali di Napoli, dell’accordo del 21 dicembre 2011 e dell’intesa in sede aziendale, che prevedevano l’assegnazione al sito di Castellammare di Stabia, in esclusiva rispetto agli altri sette stabilimenti del Gruppo, del segmento produttivo della traghettistica di piccola e media dimensione/tonnellaggio e, ancora più importante, l’affidamento sempre a Castellammare della costruzione delle navi a propulsione ibrida.
“Fincantieri – si precisa nella lettera congiunta- in contrasto ancora una volta con gli impegni assunti, starebbe per assegnare ad un sito del Nord la costruzione della prima delle sette navi previste dal piano di ammodernamento della flotta della Marina Militare Italiana, finanziato dalla Legge di Stabilità 2014 e operativo dal 6 luglio scorso”.
Una decisione che l’azienda assumerebbe nonostante la totale disponibilità, mostrata dal Sindacato Confederale, a rivisitare il modello organizzativo e produttivo dello stabilimento, intervenendo sulla rimodulazione delle prestazioni lavorative e degli orari di lavoro per determinare le condizioni di un forte recupero di produttività e competitività.
I sindacati sottolineano che Fincantieri, con i suoi oltre 570 dipendenti ed i circa 1500 lavoratori dell’indotto, costituisce, dopo il fallimento di Terme di Stabia, la chiusura dell’AVIS e l’azzeramento dell’apparato industriale di Torre Annunziata, l’unico polmone occupazionale e socio-economico dell’intero territorio.
Le Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil invitano, pertanto, il Presidente De Luca a convocare un tavolo di confronto “triangolare” col Governo, Azienda e Sindacato al fine di rimuovere tutti gli ostacoli che hanno paralizzato il cantiere e le stesse relazioni sindacali.
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