Renzi a Caserta / In Europa ma con le stesse regole per tutti e senza cappello in mano.
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- 16 gen 2016
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Oggi a Caserta il premier Renzi per “Dare una chance al sud, alle sue bellezze, alle sue eccellenze questo uno dei compiti principali del governo nel 2016. Prima il giro per il parco reale e poi la visita agli appartamenti al piano nobile, quelli sgomberati da poco dall’Auronautica militare che li aveva utilizzati come archivi ed uffici. Poi alla cerimonia ufficiale con il pubblico al Teatro di Corte, uno splendido gioiello del ‘700.
“Con il ministro Franceschini e il ministro Pinotti consegniamo alla Cultura altri spazi, bellissimi, di questo luogo così impressionante.” Così esordisce Matteo Renzi a Caserta, in un teatro gremito di persone e personaggi, dopo l’esaltante inno di Mameli cantato da un coro fantastico di bambini, tutti in camicia bianca e alla presenza del prefetto di Caserta Arturo De Felice, del commissario prefettizio Maria Grazia Nicolò e del presidente De Luca.
Per tutti due i punti del discorso del premier Renzi che hanno particolarmente rapito la platea: lavoro ed Europa.
Renzi affronta le problematiche lavorative rassicurando per i buoni risultati ottenuti con i dispositivi attuati nel 2015. "I dati sul lavoro non fanno più notizia. Forse perché sono positivi. Attendiamo i dati finali di INPS, ma le prime stime dicono che il JobsAct abbia prodotto un aumento di quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato. Quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato in un solo anno. E meno male che il JobsAct non ha funzionato, come dicono i gufi: se avesse funzionato, chissà che risultati! Scherzi a parte, il fatto che crescano i mutui, che i ragazzi abbiano più tutele e più certezze, che finalmente il mercato del lavoro abbia cambiato verso, è un elemento cruciale per il futuro del nostro Paese. Avanti tutta!"
In Europa ma senza cappello in mano dice ". Nessuna polemica con l’Europa da parte nostra. L’Italia chiede semplicemente che ci siano le stesse regole per tutti, dall’energia al surplus commerciale, dall’immigrazione agli aiuti di stato. Tutto qui. Difendendo questo principio, difendo l’Italia: se qualcuno pensa che noi possiamo essere telecomandati da Bruxelles, ha sbagliato premier. Ma difendo anche l’Europa. In un momento come questo, con le tensioni politiche in Polonia e lo stallo istituzionale in Spagna, con il referendum inglese e l’immigrazione balcanica, le istituzioni di Bruxelles hanno bisogno di farsi aiutare dai veri europeisti, non di aprire polemiche sterili. Cercheremo di dare una mano, con gentilezza e fermezza. Ma senza cappello in mano. L’Italia non ha bisogno di essere salvata da nessuno, men che mai delle istituzioni comunitarie. Che invece devono fare di più sulle partite vere: immigrazioni, politiche economiche, cultura e valori, innovazione."
(nella foto di Enzo Di Nuzzo, Renzi con il Prefetto Arturo De Felice, i due Ministri Frenceschini e Pinotti e alle spalle Enzo De Luca)
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