Delitti passionali? / Comencini: "La libertà a due è una cosa nuova per tutti" (il video)
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- 4 feb 2016
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"La libertà a due è una cosa nuova per tutti, se ne devono occupare le istituzioni e lo Stato.../ Le donne conquistano nuove libertà ma gli uomini non evolvono.../ e ancora .../ Il femminicidio non è un problema delle donne, riguarda la società tutta e, in particolare, gli uomini, che devono interrogarsi, scrivere, parlare, di un argomento che, invece, tendono ad allontanare da se stessi". – dice Cristina Comencini in una intervista di Fulvia Caprara de' "La Stampa" - «La violenza fa parte della cultura ancestrale degli uomini, la novità è che, adesso, viene usata contro la libertà delle donne». Non a caso in passato, osserva l’autrice, «quando le donne erano subalterne», il fenomeno non c’era, o comunque non si manifestava con le proporzioni di oggi: «Prima una donna non poteva permettersi di lasciare un uomo, adesso succede che, se lei lo vuole abbandonare, lui reagisce ammazzandola». Cristina Comencini è da sempre fortemente impegnata sul fronte delle battaglie femminili, regista di cinema e teatro, oltre che autrice di romanzi di successo, nel 2012 ha dato il via alla campagna «Mai più complici» contro i femminicidi che prima «non si chiamavano così, venivano definiti “delitti passionali”».
«Negli anni le donne hanno fatto un gran lavoro su se stesse, sulla sessualità, sulla decisione di avere o meno figli, sulla loro subalternità, sul fatto che, per tanto tempo, hanno continuato a chiamarla amore... un lavoro che, per noi, era vitale e che veniva da millenni di vite chiuse in casa». Gli uomini, invece «non evolvono», sono rimasti fermi, incapaci di accettare realtà mutate : «L’uomo lasciato da una donna si sente un niente, non sa che fare, si ritrova vittima di vecchi retaggi ».
Nel testo teatrale «L’amavo più della sua vita» dice «L’entrata in società di donne libere impone cambiamenti, è un discorso antropologico, che richiede un profondo lavoro culturale, da avviare fin dai banchi di scuola. Eravamo abituati a una società dove c’era un solo elemento libero, adesso ce ne sono due».
"Soprattutto, dice ancora Cristina Comencini, l’uomo non si è mai posto, a differenza delle donne, l’obiettivo di autoanalizzarsi per capire. Spesso accade che non si è ancora metabolizzato il mutamento : «Un conto è sentirsi diversi dalle generazioni precedenti, un altro è accettare nel profondo il senso del cambiamento».
«La libertà a due è una cosa nuova per tutti, se ne devono occupare le istituzioni e lo Stato. Se non si lavora su questa realtà, il fenomeno dei femminicidi non potrà che aumentare».
foto: agenzia il corriere
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