Reggia/ Il Direttore è uno stakanovista. Botta e risposta al vetriolo tra Felicori e i sindacati Uil
- ernesto genoni
- 4 mar 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Caserta – Botta e risposta tra sindacato lavoratori della Reggia di Caserta e Mauro Felicori, e il nuovo direttore manager. L’ accusa è quella rivolta al direttore di restare fino a tarda ora nella Reggia mettendo in questo modo «a rischio l’intera struttura museale». L’ insolito rilievo a Mauro Felicori, che negli uffici della Reggia resta anche dopo l’orario di chiusura arriva dalle sigle sindacali Uil, dall’ Usb e dall’Ugl che ribadivano l’accusa di «lavorare troppo» in una nota inviata il 23 febbraio al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
E oggi Matteo Renzi su Facebook tagga: «L’accusa sembra ridicola, in effetti lo è. I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita! Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui», aggiunge. «Il vento è cambiato».
Per il direttore della Reggia di Caserta quello dei sindacati «è stato un gesto di sfida che finisce solo per danneggiare l’immagine di tanti lavoratori della Reggia che stanno partecipando con passione al progetto di rilancio del Palazzo Reale. Io - dice il funzionario bolognese - non ho nulla di cui giustificarmi, per me questo incarico rappresenta un’enorme responsabilità. La Reggia è inoltre vigilata 24 ore su 24. Il mio primario obiettivo è quello di riaprire regolarmente tutti quegli spazi che ho trovato chiusi, replicando ai sindacati, secondo i quali molte sale oggi aperte vanno chiuse per mancanza di personale. Le carenze di personale ci sono alla Reggia come del resto un po’ dappertutto.
«La Reggia non è un semplice ufficio ma è un Museo - dice Angelo Donia, coordinatore della Uil-Pa - e come tutti gli enti simili ci sono delle procedure particolari da rispettare per la permanenza oltre l’orario di chiusura. Il direttore dovrebbe sapere che se resta in una zona del museo dopo la chiusura ha l’obbligo di predisporre un servizio per far lavorare in sicurezza sia lui che i custodi notturni. E poi se resta per lavorare siamo felici, peccato che in sei mesi di gestione la macchina museale non sia ancora partita e ad oggi la manutenzione è scarsa e qualsiasi riparazione, anche la più piccola, è un problema».
«Quello di restare fino a tarda ora è solo uno dei rilievi mossi a Felicori - aggiunge il coordinatore di Ugl-Intesa Carmine Egizio - nella nota abbiamo denunciato problemi mai risolti, come il servizio di timbratura del personale, che è ancora quello vecchio, sorpassato e inadeguato, nonostante nel 2013 il Mibact abbia reso obbligatoria la rilevazione delle presenze con il sistema Europa Web, o l’organizzazione degli eventi negli spazi del Monumento».
Comments