Caso Reggia/ La Cgil FP smentisce.Non abbiamo firmato la lettera!
- ernesto genoni
- 5 mar 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Caserta - Non abbiamo firmato quella lettera e non c'è molto da aggiungere alle parole di Susanna Camusso che twitta: si! si può sbagliare, ma quando si sbaglia bisogna riconoscerlo e quei sindacati a #reggiacaserta hanno sbagliato! Spiega in un comunicato Cgil Fp Nazionale ribadendo la posizione di netta contrarietà sulla vicenda della Reggia di Caserta e sulle accuse di aver firmato la lettera di protesta dei dipendenti della Reggia al Ministro Franceschini.
E poi chiariscono “Sì, a Caserta, alla Reggia di Caserta, si è sbagliato. Senza tanti giri di parole. Il fatto che sotto quel testo non ci sia la nostra firma non risolve le cose. Certo ci mette dalla parte del giusto, ma cambia poco nella percezione collettiva: tutti finiscono, dietro le parole del premier Matteo Renzi, nel calderone dei 'sindacati' (o meglio come ha ricalibrato Renzi nella sua nuova e-news 'certi sindacati'). Vogliamo quindi, ancora una volta, prendere con nettezza le distanze da quel testo sbagliato a partire dalla forma per arrivare al metodo scelto. Al direttore della Reggia, Mauro Felicori, vorremmo far sapere che la Cgil tutta è al suo fianco: vada avanti, vogliamo essere protagonisti, come e più di lei, del rilancio del sito. Proprio per questo serve il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori. Noi siamo disponibili e pronti a ragionare e decidere su tutte le questioni che riguardano l'organizzazione del lavoro per valorizzare la straordinaria bellezza della Reggia”.
E poi la polemica assume toni più diretti. “Detto questo, registrata anche la forte rilevanza mediatica della vicenda, non si può non notare come il tema dei beni culturali - da Pompei al Colosseo arrivando alla Reggia - sia per questo governo un argomento di facile propaganda politica, utile da strumentalizzare quando le cose si mettono male”. Non bisogna fare errori - continua la nota della CGIL - e prestare il fianco rispetto a quelle che sono legittime rivendicazioni che mirano alla valorizzazione e alla tutela del nostro straordinario patrimonio, attraverso il prezioso contributo delle lavoratrici e dei lavoratori.
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