Aversa/ Parco Pozzi: Non c'é pace tra i lecci migliori. Continuano i contraddittori
- ernesto genoni
- 15 apr 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Il Parco Pozzi e l'abbattimento di lecci. Una diatriba infinita. Cosa continuare a dire? Un giornalismo in continuo conflitto con quella che è la macchina amministrativa, un voler primeggiare a danno di quello che dovrebbe essere un patrimonio pubblico da migliorare. La nostra cittadina, Aversa, non potrà mai avere il giusto merito se si continua a usare i media per incutere nel prossimo scetticismo e senso di disonestà. Proprio come questa volta, grazie alla passata egida del compianto sindaco Giuseppe Sagliocco, ad oggi il Parco Pozzi ha assunto la fisionomia di un luogo d’onore fatto con tutti i crismi possibili. Quando i grandi muoiono c’è sempre qualcuno che, conoscendo nei minimi dettagli i suoi intendimenti e il suo agire, decide di seguire ‘gratuitamente’ i suoi passi, per il gusto di portare avanti e dare meritocrazia ai tanti che si sono sforzati di continuare, nonostante il dolore della mancanza, l’iter procedurale caratterizzato da costanza, solerzia, capacità relazionale e desiderio d’intendersi al di à di tutti i se e i perché.

Già da circa un mese la ditta Gallo ha terminato tutti i lavori strutturali del parco. Di conseguenza il polmone verde è stato consegnato nelle mani del comune il quale si muove ancora cautamente in quanto ci tiene ad inaugurare lo spazio con una gestione ad hoc, proveniente dalle risultanze comunali a disposizione. Questo fatto ad oggi sta suscitando l’arguzia di alcuni che, invece di collaborare con la macchina amministrativa affinché, stranamente, il tutto si compia nel modo più ottimale possibile, si divertono a camuffare gli ultimi accorgimenti in auge che sono semplicemente a coronamento di una procedura che deve tutelare il cittadino a 360°. Come denigrare l’operato? Incutere sospetti sull’eventuale inutile abbattimento degli alberi, mettendo in discussione il censimento eseguito dal comune stesso. Da premettere ancora, ed è bene che questo si sottolinei, che coloro i quali stanno facendo in modo che il Parco Pozzi venga consegnato ancor prima della prossima sindacatura e nel miglior modo possibile, sono sempre quelli che hanno seguito le direttive di Sagliocco. Il loro lavoro è in sinergia continua, con dispendio di tempo anche a titolo gratuito, purché si porti avanti un progetto all’avanguardia. Sono state crete tutte le premesse affinché ciò si potesse fare ma non è da sottovalutare l’incontro di diverse professionalità affezionate che, forse guidate dall’alto, s’incontrano per accreditare il giusto merito a quanto iniziato. L’auspicio è che i distratti si rendano conto dei loro movimenti, a prescindere dal colore politico a cui sono legati. Ben venga la politica ma una politica che aiuti a coadiuvare l’interesse cittadino. Possiamo sempre migliorare, questo è l’auspicio di tutti. Il Parco Pozzi è un bene comune che ognuno, a suo modo, deve aiutare a tutelare.
Quanto segue è la deposizione del direttore dei lavori arch. Diego Diana: “A seguito degli abbattimenti di 14 lecci, gli spacci di potatura (rifiuti bio-degradabili, codice CER 200201) sono stati raccolti in un cassone. Alla ditta Gallo è stato affidato il servizio di raccolta e di trasporto del rifiuto presso l’impianto autorizzato BE.MA. SRL di Villa Literno. Ci sono dei formulari identificativi di raccolta, i famosi FIR, ovvero la carta d’identità del rifiuto trasportato da cui si evince il cantiere da cui partono gli spacci, il committente, il trasportatore e gli impianti che raccolgono gli sfalci che infine verranno pesati. Si farà quindi un quantitativo in chilogrammi riportato al comune a fine ciclo”.
Quando si è poi toccato l’argomento della ‘controperizia’ che alcuni avrebbero proposto per puro spirito contraddittorio, il Diana ha così risposto: “C’è un progetto esecutivo, un capitolato speciale da seguire, un censimento arboreo di tutte le specie del parco. Da questo censimento è scaturito che c’era un tot numero di alberi malati o comunque secchi, o comunque d’abbattere. Secondo il metodo VTA, un metodo visivo, si analizzano le diverse aree a rischio, a partire dalla A, la meno pericolosa, alla D, la più pericolosa, con cui sono stati classificati tutti gli alberi abbattuti.” Alessandro Gatto del WWF ha inoltre richiesto, con un fare collaborativo, di essere reso partecipe degli accertamenti al fine di verificare il quadro filo-sanitario, magari anche con un suo organo di fiducia. Cosa che si farà.
Angelo Gallo della Ditta Gallo esecutrice dei lavori al Parco Pozzi: “Sto semplicemente seguendo le direttive indicatemi dal comune. Le voci mediatiche che stanno girando in questo periodo non ci aiutano a concludere il tutto nei migliori dei modi e rallentano l’iter. Per qualsiasi chiarificazione, dato che c’è forte scetticismo su ogni procedimento, si possono supervisionare gli atti procedurali presenti al comune, previa richiesta di accesso agli atti ai sensi della legge 241/90.” - Ilaria Rita Motti
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