Trapianti / Offrono propri organi, anche se in Italia è vietato dalla legge
- ernesto genoni
- 15 apr 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Un fenomeno che si ripropone alla luce delle cronache, ancora una volta e con la crudezza e la disperazione di sempre. E questa volta, a far ribaltare la problematica, le dichiarazioni di Gennaro, un 40enne napoletano che oggi dichiara al mondo intero, di voler vendere il proprio rene. E addirittura stabilisce anche un prezzo che sembrerebbe stimato dai 120.000 euro ai 150.000. “Quando guardo mia figlia non riesco più a farlo. Ho accumulato molti debiti e vendo il mio rene” questo il tenore delle giustificazioni a corredo delle offerte in cambio di soldi che riporterebbe il sito telematico. Esistono, è vero, siti appositi che sostengono gli scambi, anche se con un lavoro incessante e certosino la Polizia Postale riesce a chiuderli sistematicamente.

La compravendita di organi è illegale in Italia. La polizia postale, nonostante i ripetuti interventi di rimozione, non sempre riesce a tamponare questi annunci che si moltiplicano sul web.
E’ a volte la disperazione, un fallimento che porta a cedere a caro prezzo un organo con varie richieste e quotazioni: dai 50mila ai 100mila euro, più spese mediche per un fegato.
“Riceviamo periodicamente mail e telefonate di persone che vogliono cedere, in cambio di un compenso, un loro rene”, avverte il presidente dell’Associazione nazionale trapiantati di rene (Antr).
Una legge del 1967 punisce severamente gli intermediari nella compravendita di organi: rischia dai 3 mesi a un anno di carcere, colui che, sempre a scopo di lucro, mette in contatto chi dona l’organo e chi lo riceve. Infatti, secondo la legge italiana, è consentito donare un organo, come il rene, solo in caso di parentela stretta, come ad esempio genitori, fratelli, figli. Rischia dai 6 ai 12 anni il chirurgo che, fuori dai casi previsti dalla legge, si appresta ad effettuare un trapianto.
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