Diocesi/ Ordine di sequestro ai beni di un sacerdote. Prestava danaro a chi ne aveva bisogno

Ancora un duro colpo all’istituzione Chiesa da parte di un sacerdote che, diciamo così, non ha mantenuto il suo giuramento di fedeltà alla Chiesa e ai suoi figli. Un prete che ha fatto venir meno ai suoi parrocchiani l'alta funzione educativa della Chiesa, attraverso il sano e quotidiano trasferimento degli insegnamenti sacri al suo popolo. Ottenendo solo l’allontanamento di molti. Un vero peccato per la mancata opportunità educativa persa per tanti giovani e tante famiglie della parrocchia e della forania. Ma, e questa è la dura realtà, a seguito di articolate indagini dirette dai magistrati della Procura di Benevento, ad iniziare dall’aprile 2014, il comando provinciale della Guardia di Finanza di Benevento ha eseguito un decreto di sequestro emesso, su richiesta delle autorità inquirenti, dal Tribunale di Benevento per un valore di oltre un milione. Il provvedimento è stato eseguito nei confronti di un sacerdote, già parroco della Parrocchia di S.Biagio di Limatola (Bn) perché – è riportato nella relazione della Procura della Repubblica – “ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere ed a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite”.

Il sacerdote, G.G. , era stato oggetto di attenzione investigativa da parte della Procura di Benevento fin dall’ aprile 2014 allorquando nei suoi confronti furono eseguite perquisizioni che avevano permesso, al termine delle indagini, di contestargli diverse attività delittuose, anche di carattere estorsivo, che sarebbero state realizzate anche con l’ausilio di soggetti pregiudicati, nonché un’intensa attività di prestiti di danaro –così nella nota - con elevati tassi di interesse. A termine delle attività di indagini, le Fiamme Gialle, hanno proceduto anche all’analisi del patrimonio del soggetto, accertando una notevole sproporzione fra i modesti redditi che avrebbe dichiarato ed i beni posseduti dal proposto: circa 13 autovetture di cui 7 auto d’epoca, collocate in parte nei locali della canonica della parrochia, un immobile di pregio in Cimitile (Nola), e numerosi rapporti bancari. Il tutto per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

La Curia Diocesana di Caserta, all’epoca dell’esecuzione dell’ordinanza, nell’apprendere la triste notizia espresse “…la propria preoccupazione per quanto può ricadere sulla vita della Comunità Cristiana e in attesa che le indagini facciano il loro corso, esprime fiducia negli organi preposti alla giustizia e accompagna con attenzione e preghiera il confratello coinvolto in tale indagine”. L’operazione della Guardia di Finanza avvenne nella mattinata dell’ 11 aprile nella Chiesa di San Biagio Vescovo Martire, a Limatola. Nel mirino delle Fiamme Gialle di Benevento i documenti contabili relativi al parroco del paese sannita. Le indagini partite dopo due servizi della trasmissione televisiva “Le Iene”, in onda su Italia 1, nei quali il sacerdote era stato accusato di essere un prete “businessman”.

A sostituire il parroco fu don Marco Fois, trentaduenne parroco della Chiesa di Santa Maria degli Angeli in pieno centro storico della Città, trasferito presso la Chiesa di San Biagio a Limatola. Il suo trasferimento fu deciso da monsignor Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, attualmente responsabile anche della Diocesi di Caserta, che lo ha voluto per sostituire il sacerdote sospeso dalle sue funzioni.

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