Turismo&Cultura/Farina: "A Caserta non vanno create: ci sono già"
- ernesto genoni
- 28 mag 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Il turismo e la cultura a Caserta non vanno create, ci sono già, vanno solo fatte riemergere dal limbo in cui anni e anni di trascuratezza, incapacità, inerzia e insipienza le hanno relegate. Serve allora riorganizzare degli strumenti per attuare una seria politica della cultura, del turismo e del marketing territoriale.
Il primo atto della nuova amministrazione - commenta Paolo Farina aspirante amministratore di Caserta con Caserta nel cuore - dovrà essere la preparazione del calendario per il Natale a Caserta: la programmazione è tutto in questo settore perchè attrarre turisti significa offrire ospitalità a tutto tondo facendo in modo che la Reggia entri dentro la città e la città dentro la Reggia.

L'azione deve inoltre essere svolta soprattutto con gli operatori locali ai quali verrà chiesto di credere e investire in prima persona nella cultura e nel turismo sulla scorta di progetti e programmi precisi e la cui efficacia verrà monitorata e verificata in progress. Si partirà da un monitoraggio dell'esistente: Chi sa quanti turisti varcano quotidianamente il confine del complesso vanvitelliano per entrare a Caserta? Quanti visitano il Belvedere e Casertavecchia? Quanti soggiornano negli alberghi di Caserta e poi dove vanno? Quanti pranzano o cenano nei nostri ristoranti o consumano anche un solo caffè nei nostri bar? Ogni euro speso per la cultura, per il turismo, per il marketing territoriale dovrà servire ad incrementare questi numeri di partenza e quindi basta con utilizzo di finanziamenti pubblici a pioggia spesi inutilmente per rassegne che non portano ricchezza, non elevano gli standard culturali e non danno visibilità alla città.
Le risorse? Sappiamo che si può accedere a finanziamenti anche consistenti presentando e sviluppando idee e progetti concreti purchè innovativi, di spessore ed efficaci. Ma soprattutto programmando per tempo. Quindi la Rassegna teatrale comunale, le Leuciane e il Settembre al Borgo, dovranno avere uno sviluppo coordinato e ordinato durante tutto l'anno. Dovranno legarsi ad altri eventi di eccellenza della Campania, dovranno coniugare presenze ed esibizioni di artisti o autori di fama nazionale o internazionale con artisti e autori locali. Inoltre va creato un sistema "cultura e turismo" nell'ambito del quale valorizzare anche il teatro locale, i galleristi locali, si devono offrire nuovi spazi originali per esposizioni ed eventi che sfruttino la ricchezza e la particolarità anche delle frazioni di Caserta per animare anche le piazze e le strade dei nostri borghi.Tale azione verrà svolta secondo due direttrici: una immediata, e una di medio e lungo periodo.
Per l'immediato bisogna offrire ai turisti della Reggia occasioni per entrare nella città: quindi buoni pasto, sconti nei negozi, mini tour organizzati per visitare il Belvedere e Casertavecchia da proporre con costi promozionali anche a chi viene alla Reggia per un solo giorno. Vanno poi intercettati i pacchetti turistici già operanti in Campania per inserire una tappa Caserta in quelle già programmate, soprattutto per i pacchetti del turismo internazionale. Nel medio e lungo periodo Caserta dovrà creare almeno due-tre grandi eventi all'anno che richiamino ospiti da tutto il territorio nazionale e che siano essi stessi occasione per far conoscere un nuovo modo di far turismo.
Ma turismo e immagine e marketing territoriale significano uno sforzo corale di tutta l'amministrazione per tenere la città pulita ed ordinata, per rendere le strade sicure, per offrire professionalità e ospitalità nella somministrazione, nell'accoglienza e nella ristorazione. Il turismo e la cultura sono una risorsa straordinaria e non occorrono finanziamenti a pioggia per sfruttarla, sono anche il nostro orgoglio, un'occasione di crescita culturale, di sviluppo e di progresso economico. Un Comune che non sa valorizzare e mettere a buon frutto ciò che gli è stato lasciato in eredità nel corso dei secoli passati è destinato a regredire: purtroppo così è capitato alla nostra città.
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