Polizia Penitenziaria/ Festa del Patrono. SAPPE: "Duemila unità per scorte e tutela forse sono
- ernesto genoni
- 30 giu 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Ricorre oggi la Festa di San Basilide, Patrono della Polizia Penitenziaria dal 1948 quando la Sacra Congregazione dei Riti lo proclamò tale. La cerimonia religiosa, a livello nazionale, oltre le celebrazioni che si sono svolte puntualmente nelle singole strutture penitenziarie locali, è stata officiata dall'Ispettore Generale dei Cappellani Mons. Virgilio Balducchi, alle ore 9,15, presso la Chiesa di S. Francesco di Sales, in Via delle Mantellate a Roma, alla presenza del Capo del Dipartimento Santi Consolo e del Provveditore Regionale Cinzia Calandrino.

La festa cade in un momento particolare del corpo di Polizia Penitenziaria, e della situazione carceraria non solo italiana, e dove da più parti viene dichiarata la carenza di organico e il sovraffollamento delle patrie galere. Così come si legge dai titoli di più testate di questo inizio settimana. "Teramo: pochi agenti. Castrogno rischia il collasso", oppure "Una estate rovente, aumentano i suicidi in carcere" e ancora "Rieti: Detenuto egiziano tenta il suicidio, agente lo salva" e ancora "ReggioEmilia: Dal carcere all'Ospedale è un boom di ricoveri" e ancora "Cagliari, detenuta tenta di impiccarsi in carcere", "Frosinone e Velletri: Carceri è stato di agitazione". Non ultimo il tentativo di suicidio di un carcerato albanese nelle carceri di S.Maria Capua Vetere (CE) salvato dagli agenti di polizia penitenziaria mentre tentava di tagliarsi le vene ai polsi.

E da qui la lettera aperta del Sappe che riportiamo di seguito.
"Sono oltre duemila gli appartenenti alle nostre forze di polizia impegnati nei "servizi tutori" - comunemente noti come "scorte di sicurezza" - su tutto il territorio nazionale per oltre 570 persone delle categorie più disparate - ci informa il Sappe con una lettera aperta - Alla fine del 2013, secondo l'ultimo "Punto di situazione" redatto dall'UCIS (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale- Dipartimento della Pubblica Sicurezza), le "personalità" erano 545. Da allora, verificata l'attualità della esposizione a rischio dei singoli soggetti, sono stati attuati diversi adeguamenti ai servizi di protezione, in alcuni casi rimodulandoli, quasi mai sopprimendoli. Alla fine del 2015, poi, l'UCIS, sulla scorta anche di informazioni trasmesse dalle Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza interessate (prefetti e questori), ha opportunamente esteso tali misure ritenuti a "rischio" e ad esponenti della comunità ebraica nella capitale. Ai servizi in questione, di varie tipologie in relazione al livello di rischio valutato (in una scala, decrescente, da 4 a 1, con un terzo livello "rinforzato"), va aggiunto il personale impiegato (altri trecento tra poliziotti, carabinieri, Polizia Penitenziaria, militari dell'esercito) nei servizi di vigilanza fissa. Insomma, se si vivesse in un paese "normale" almeno un migliaio tra poliziotti e carabinieri (le due forze di polizia a competenza generale), garantendo, naturalmente, il servizio di tutela per i vertici politico-istituzionali e per tutte le persone "realmente" a rischio, potrebbero tornare ad assicurare circa 500 pattuglie in più al giorno nel controllo del territorio. Con quale beneficio per la collettività e la sicurezza pubblica è facile intuire.../ Senza contare, peraltro, che quando si è cercato, in passato, di affrontare lo spinoso tema della riduzione delle scorte (si arrivò a parlare di un meno 30%), quasi mai le istruttorie avviate e gli "approfondimenti" informativi svolti, sia a livello locale che centrale, hanno portato a risultati significativi. Nessuno, alla fine, se l'è sentita di prendersi la responsabilità di un taglio alle scorte, anche quando emergeva chiaramente come fossero venuti meno i presupposti e tutto si fosse ridotto ad assicurare una sorta di servizio di taxi (è capitato pure che lo scortato abbia eccepito anche sul tipo di veicolo assegnato per la scorta, ritenuto inidoneo per contenere effetti personali ed altro!). E' probabile che con il prefetto Gabrielli, nuovo Capo della Polizia che ha già dimostrato, in passato, in altri importanti incarichi istituzionali, una capacità decisionale non comune, qualcosa di più possa essere fatto sul punto, anche se l'aspetto politico, di competenza del ministro dell'interno, è preponderante di gran lunga su quello tecnico. Eppure, qualche piccolo segnale di "rimodulazione" di questi servizi - al fine di migliorare quelli destinati alla collettività - potrebbe esserci, a cominciare, per esempio, dalle scorte che vengono assicurate agli oltre 40 imprenditori e dirigenti d'azienda, ai 260 magistrati ( in gran parte in servizio in Sicilia, Calabria e Campania), ai 17 appartenenti alle forze armate, ai 26 dirigenti ministeriali, ai 20 diplomatici, ai 10 religiosi. Recuperare anche solo un centinaio di agenti di polizia e di carabinieri sarebbe già un fatto straordinario, di attenzione alla sicurezza della gente."
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