Vittime di Dacca/ Il casertano Vincenzo D'Allestro operava nel campo tessile e nell'esportaz
- ernesto genoni
- 2 lug 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Tra le vittime italiane cadute nell’attentato di Dacca, in Bangladesh, Vincenzo D'Allestro casertano di Piedimonte Matese. L’Unità di crisi della Farnesina parla di 9 vittime ufficiali tra cui molti imprenditori, tutti attivi nel settore del tessile.

Vincenzo D’Allestro, 46 anni, originario del Casertano, di Piedimonte Matese, si era trasferito ad Acerra (Napoli) nell’ottobre del 2015. Era nel locale in compagnia di un’altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti. Anche la moglie, Maria Gaudio, coetanea di Vincenzo, è originaria di Piedimonte Matese. Vincenzo e Maria si erano sposati nel 1993. Vincenzo aveva iniziato la sua esperienza nel campo tessile nella ditta dei suoceri a Piedimonte Matese. La moglie Maria è una stilista. Vincenzo aveva saputo utilizzare tutte le sue conoscenze tecniche e quelle informatiche tanto da arrivare ad instaurare interessanti rapporti commerciali di importazione ed esportazione specialmente con l'Asia. Vincenzo era una persona piacevole e simpatica ricercato dagli amici. La sua giovinezza l'aveva trascorsa tra Acerra e Piedimonte. Il suo sport preferito il calcio partecipando da giovane in alcune squadre locali.
Di seguito riportiamo l'elenco delle vittime italiane comunicato dalla Farnesina.
Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore friulano, sposato e padre di due gemelle di 3 anni. In passato era stato manager per la catena di abbigliamento Bernardi, ma dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era a Dacca per motivi di lavoro con la sua Fibres srl.
Marco Tondat, anche lui friulano e giovane imprenditore nel tessile. Era nato a Spilimbergo (Pordenone), ma viveva a Cordovado. «Ci eravamo sentiti ieri mattina - ha riferito il fratello - doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì. Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere. Era partito un anno fa, perchè in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato ad emigrare. A Dacca era supervisore di un’azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità».
Nadia Benedetti, imprenditrice del viterbese e managing director della StudioTex, un’azienda londinese dotata di succursale proprio a Dacca. «Un branco di bestie ce l’ha portata via - ha scritto la nipote su Facebook -. Aveva vissuto in Italia, Kenya, Bangladesh e non si era mai fermata. Neanche nei momenti più difficili».
Claudia D’Antona, torinese e managing director della Fedo Trading, un’azienda italiana del tessile operante in Bangladesh da più di 14 anni. Sarebbe la moglie e socia in affari di Gianni Boschetti, uno dei sopravvissuti all’attacco terroristico, con cui viveva da oltre vent’anni in Bangladesh. «Mia sorella Claudia e suo marito Giovanni erano una coppia fantastica, due persone d’oro, con un grande impegno nel volontariato»racconta Patrizia D’Antona. «Finanziavano - spiega - un’associazione che porta esperti di chirurgia plastica in Bangladesh per curare le donne sfregiate con l’acido. Aiutare il prossimo era sempre in cima ai pensieri di Claudia e di suo marito. Si erano sposati due anni fa, con una bellissima cerimonia a Dacca, dopo avere convissuto per oltre 20 anni».
Adele Puglisi, manager nel campo del controllo qualità di Artsana, era in Bangladesh per conto di grandi marchi di abbigliamento. non era sposata, non aveva figli e a Catania abitava in un antico palazzo accanto a piazza Ariosto in una via stretta. In città doveva tornare ieri, così aveva detto ai suoi familiari. Nel palazzo non c’è un citofono e i cognomi quasi illeggibili sono scritti su una tavoletta di legno. «Era una donna riservata e cortese - dice il vicino di casa - la conoscevo da anni, ma qui c’era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata lontano dall’Italia».
Simona Monti, di 33 anni, originaria di Magliano Sabina. Conosceva il cinese e altre lingue straniere, viveva da tempo in Bangladesh dove lavorava per una azienda di tessuti e prima di Dacca aveva vissuto in Cina. Era incinta e in questi giorni sarebbe dovuta tornare in Italia per un periodo da trascorrere con la famiglia.
Maria Riboli (e non Rivoli, come scritto in precedenza), era nata il 3 settembre 1982 ad Alzano Lombardo. Originaria di Borgo di Terzo, in valle Cavallina, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell’Isola bergamasca. Era mamma di una bambina di tre anni. A quanto si è appreso, Maria Riboli lavorava nel settore dell’abbigliamento e si trovava in viaggio per lavoro per conto di un’impresa tessile. Da qualche settimana era in Bangladesh. Ieri sera si trovava all’Holey Artisan Bakery seduta a un tavolino con alcune persone, quando sarebbe stata uccisa da una granata, lanciata da uno dei terroristi islamici.
Claudio Cappelli, 45 anni, imprenditore, residente a Vedano al Lambro (Monza). Aveva una impresa nel settore tessile che produceva t-shirt, magliette, abbigliamento in genere e intimo. Era da più di 5 anni impegnato in questa “avventura”. Era entusiasta e diceva che era un Paese dove si poteva lavorare molto bene.
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