Tarì/ Già proiettato nel prossimo ventennio. Da teenager allo scouting in Sud Africa

NAZIONALE- MARCIANISE - Era Ottobre, l’anno il 1996, quando un pugno di imprenditori del Borgo Orefici napoletano inaugurarono nei pressi di Caserta quel centro di eccellenza orafa che proprio in questi giorni, in coincidenza con l’edizione autunnale di Mondo Prezioso, celebra la ricorrenza dei vent’anni. Nelle fondamenta fu posto (non diversamente dal talismano di Virgilio nei sotterranei di Castel dell’Ovo) il cornetto di corallo donato da Salvatore Collaro, mentre il designer Riccardo Dalisi si occupò di dar forma al logo della nuova entità: si sarebbe chiamato Il Tarì, come la moneta in uso al Regno delle Due Sicilie.

Il nuovo centro costò circa 160 miliardi, in parte finanziati da fondi europei, e primo presidente ne fu Gianni Carità, in carica per diciannove anni e solo nel luglio 2015 sostituito da Vincenzo Giannotti. In breve tempo, le aziende insediate passarono da 180 a oltre 400 gli eventi fieristici annuali – dal primo nel 1998 – da due agli attuali quattro, sovente impreziositi da eventi straordinari come il concerto di Amii Stewart o la sfilata di Laura Biagiotti alla Reggia di Caserta, la festa ispirata a quelle settecentesche napoletane, il Festival del Diamante per festeggiare il decennale o la mostra straordinaria dei pezzi più celebri del Tesoro di San Gennaro, che sarà fiore all’occhiello del expo in scena da sabato.

“Questi vent’anni sono letteralmente volati”, ha detto il Presidente Giannotti in una recente intervista. La vicenda del Tarì, racconta, è una storia di uomini, artigiani e imprenditori che sono riusciti a portare il cuore orafo di Napoli in un altro luogo, senza che andasse persa l’identità di una schola con alle spalle secoli di tradizione e cionondimeno capace di sognare il futuro. Nell’operare del nostro tads , anzitutto, di cui Giannotti è stato a lungo Presidente ed oggi è a capo un altro degli uomini che fecero il Tarì, Giuseppe Casillo. Il programma di scouting in Sudafrica e asset come la partnership con ETA oppure – parlando del Centro – il fresco accordo con Fiera di Vicenza o la messa in opera nel 2011 del più grande impianto fotovoltaico del Sud Italia, sono tutti segnali chiari di come il Tarì, mentre abbandona lo status di teenager, sia già proiettato ai prossimi vent’anni.

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