13 Poliziotti sospesi dal servizio. Il Coisp: Cautela nello sbattere "mostri" in prima pag
- ernesto genoni
- 17 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Nella mattinata odierna, su ordine del GIP del Tribunale di Nola, tredici Poliziotti della Sezione Polizia Stradale di Napoli, indagati per reati di una certa gravità, sono stati sottoposti a misure cautelari personali e sospesi dal servizio.

Tutto è partito dalla denuncia di un imprenditore che ha denunciato di essere vittima di continue richieste di denaro. Da qui è partita l'indagine che ha portato all'esecuzione di 13 misure cautelari personali ad altrettanti agenti e sottufficiali in servizio presso la sezione della Polizia stradale di Napoli. "I poliziotti - riporta un bollettino dell'ANSA - sono destinatari di provvedimenti cautelari di sospensione dall'esercizio delle loro funzioni. A eseguirli colleghi della loro stessa sezione. Secondo quanto emerso, gli agenti intimorivano i fermati per un controllo stradale, contestando vere o presunte infrazioni al Codice della strada ''in maniera tale - il procuratore della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso - da riuscire ad ottenere un assoggettamento psicologico delle vittime inducendole infine a fornire loro somme di denaro''. - Addirittura secondo sarebbe anche stato inscenato, nella zona di Lago Patria, un finto conflitto a fuoco per ottenere riconoscimenti per la loro attività di agenti.
Sull’episodio è intervenuto Giuseppe Raimondi, Segretario Generale Regionale del Sindacato Indipendente di Polizia COISP, il quale ha dichiarato: “ E’ stata una notizia che ci ha colpiti come un fulmine a ciel sereno. Tredici poliziotti indagati per reati molto gravi e per tale motivo sottoposti a misure cautelari personali con la conseguenza di essere sospesi dal servizio con tutte le ripercussioni che ciò comporta sulla vita familiare. In primis intendo ribadire per l’ennesima volta che riponiamo nella Magistratura la massima stima e fiducia per il lavoro svolto. Esprimiamo però anche la massima solidarietà ai colleghi per questi momenti difficili che stanno attraversando insieme ai loro cari.“
“Non dobbiamo dimenticare – prosegue Raimondi – che in Italia vige il principio della presunzione di innocenza, con tre gradi di giudizio ove prima che la sentenza passi in giudicato, nessuno è colpevole dei reati contestati. Se la Cassazione dovesse dichiarare colpevoli i tredici colleghi indagati, saremo i primi a chiedere per loro pene esemplari, in quanto un episodio non può e non deve mettere in secondo piano i continui sacrifici (che spesso portano anche alla morte) delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e del Comparto Sicurezza in generale che quotidianamente lavorano con alto senso di responsabilità per bene collettivo . Tuttavia, sento il dovere morale di fare una considerazione: sulle pagine dei quotidiani locali e nazionali sono pubblicate le generalità complete dei poliziotti indagati e lascio a tutti voi immaginare le conseguenze sulla vita familiare, sui figli, sulle mogli che vedono sbattuto alla mercé di tutti, i propri cari, quasi additati come mostri. Orbene, spesso assistiamo a queste cose, poliziotti o carabinieri condannati dalla giustizia sommaria popolare, per poi essere assolti al termine dei giudizi senza però che il loro nome venga rinfrancato. “
“Chiedo perciò – termina il leader regionale campano – agli organi di stampa che, in caso di assoluzione degli indagati, i loro nomi vengano riproposti nuovamenti in prima pagina, e così riabilitati.”
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