Legambiente/ Presentato il rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi in Campania
- ernesto genoni
- 3 nov 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Scuole carenti su sicurezza antisismica e efficienza energetica? Legambiente presenta i dati del rapporto annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi in Campania.
(report sul sito di Legambiente).

La scuola campana? Luci ed ombre. Una situazione che in graduatoria vede Napoli 39a prima tra le grandi città del sud, Avellino (49º) e Salerno (55º) che si posizionano in zona centrale. Per il secondo anno, inviano dati incompleti Caserta e Benevento e per questo non entrano in graduatoria. In linea con la media nazionale i dati sulla vetustà degli edifici,il 65,1% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e di quella sul collaudo statico del 1971, nonostante la regione presenti una percentuale di edifici di più recente costruzione superiore alla media, nessuno risulta edificato secondo i criteri della bioedilizia. Solo 19,8% degli edifici è stato costruito con criteri antisismici e sul 28,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità antisismica, percentuali troppo basse se consideriamo che ci troviamo in una regione dove il 90,5% delle scuole è in aree a rischio sismico.
La fotografia è stata scattata da Ecosistema Scuola 2016, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute dei 533 edifici scolastici campani frequentati da oltre 121mila studenti presenti nei 3 capoluoghi di provincia. Giunta alla XVII edizione, l’indagine nasce con l’obiettivo di restituire una fotografia di quanto le amministrazioni comunali, che hanno competenza sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado investono su politiche che intrecciano la sicurezza e la sostenibilità degli edifici con la diffusione di buone pratiche.
I certificati di agibilità, collaudo statico, igienico-sanitario, i e impianti elettrici a norma sono tutti sopra al 94%. Sei scuole su dieci hanno certificato di prevenzione incendi. Solo il 9,6% degli edifici ha effettuato interventi per eliminazione barriere architettoniche. Sebbene in Campania siano aumentati gli edifici che hanno goduto di manutenzione straordinaria (65,8% a fronte del 46% della media nazionale), sono ancora tantissime le scuole che hanno bisogno di interventi urgenti (59,3%). Salerno la città che è intervenuta di più sui suoi edifici. Il dato sull’esigenza di manutenzione è dovuto presumibilmente anche ai pochi investimenti che i Comuni hanno sostenuto sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria. Si parla infatti di una media per edificio di € 8.460, a fronte dei € 38.598 del dato nazionale, per la manutenzione straordinaria, quindi per la manutenzione ordinaria di € 4.252 contro i € 9.419 di media nazionale.
Tra i nuovi indicatori inseriti quest’anno, si segnalano i dati sulle indagini diagnostiche, gli interventi ai solai delle scuole, la classe energetica degli edifici scolastici e la presenza di reti cablate, per restituire così un quadro ancor più completo. In Campania su 533 edifici scolastici monitorati il 59,3% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo il 0,2 % delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai. Il 89,9% dispone di reti wi-fi, mentre solo l’0,2% di rete completamente cablata – dato nuovo dell’indagine.
E’ sul fronte dei servizi che i Comuni dovrebbero investire maggiormente: solo il 6,8% delle scuole viene ,garantito il servizio di scuolabus (24,3% la media nazionale), solo 8,7% delle scuole hanno una biblioteca. Il 47% degli edifici hanno giardini o aree verdi fruibili mentre il 28,7% degli edifici sono con strutture sportive. Sul fronte dei servizi e pratiche ecocompatibili le città campane si mostrano forti soprattutto sul fronte della raccolta differenziata di tutti i materiali (vicini al 96%, ben al di sopra della media nazionale), soprattutto a Napoli dove tutte le scuole la praticano. Se la media di biologico nei pasti delle mense è del 30%, contro il 53,5% del dato nazionale, i pasti con prodotti certificati IGP e Dop sono il 65% rispetto al 24,2%; vengono inoltre privilegiati prodotti a Km0 (100% mense rispetto al 75% della media nazionale) e nei bandi comunali viene richiesta la stagionalità dei prodotti.
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